Marco Cedolin
Il fenomeno del terrorismo è un qualcosa che ci accompagna fin da quando eravamo bambini. A partire dagli anni 60 del secolo scorso, in Italia, furono molte le stragi senza senso e senza "colpevoli" che insanguinarono il Paese, a partire da quella di P.zza Fontana nel dicembre del 1969, fino a quella della stazione di Bologna nell' agosto del 1980, solo per citare due fra gli episodi più eclatanti. Tutte manifestavano in comune il fatto di avere colpito nel mucchio della "povera gente", di non essere supportate da nessuna motivazione logica che potesse "giustificare" il gesto, di essere rimasti nel tempo dei casi insoluti, senza un colpevole e senza un movente plausibili.....
Nei decenni seguenti il terrorismo di massa in Italia sparì, ma iniziò a proliferare a livello internazionale di pari passo con la globalizzazione, fino a raggiungere il proprio clou l' 11 settembre del 2001, quando a New York le torri gemelle furono abbattute (ufficialmente dall 'impatto con due aerei di linea) provocando oltre 3000 vittime fra la gente comune che albergava negli edifici. Come conseguenza di questa vicenda la reazione emozionale (psicosi) e politica fu sproporzionata, perfino alla luce dell 'enormità della tragedia e portò all' invasione di due stati sovrani (Afghanistan ed Iraq) ed a tutta una serie di restrizioni delle libertà personali che non aveva precedenti, negli Stati Uniti e non solo...
In questo caso, con la stessa sicumera attraverso la quale si riteneva che un aereo di linea potesse abbattere un grattacielo, vennero individuati anche i colpevoli materiali (tutti morti) ed i mandanti, individuati nell 'organizzazione terroristica di al Quaeda e nel suo presunto leader, lo sceicco Osama Bin Laden, ufficialmente ucciso in Pakistan nel maggio del 2011 dalle forze speciali statunitensi.
In questo caso, con la stessa sicumera attraverso la quale si riteneva che un aereo di linea potesse abbattere un grattacielo, vennero individuati anche i colpevoli materiali (tutti morti) ed i mandanti, individuati nell 'organizzazione terroristica di al Quaeda e nel suo presunto leader, lo sceicco Osama Bin Laden, ufficialmente ucciso in Pakistan nel maggio del 2011 dalle forze speciali statunitensi.
Il
terrorismo, incarnato per tutto il primo decennio del nuovo secolo da
al Quaeda, diventò di fatto lo spauracchio attraverso il quale
giustificare tanto le guerre quanto le leggi liberticide, sempre
declinate tutte nel segno della lotta al terrore e pertanto
incontestabili, dal momento che chi le contestasse verrebbe
considerato fiancheggiatore dei terroristi.
Dopo
la morte di Bin Laden, l' annientamento della Libia e l 'assassinio di
Gheddafi nell' ottobre del 2011, il ruolo precedentemente attribuito
ad al Quaeda è diventato appannaggio dell 'Isis, organizzazione
terroristica islamica se possibile ancora più "folcloristica"
di quanto già non lo fosse la precedente. Proprio all 'Isis infatti
sono stati ricondotti i tragici attentati che lo scorso 13 novembre
hanno insanguinato le strade di Parigi, provocando 130 vittime, dopo
che già nel mese di gennaio sempre a Parigi 12 persone avevano perso
la vita durante un attentato alla sede del settimanale satirico
Charlie Hedbò attribuito ad Al Quaeda. La gravità degli attentati
di Parigi, rafforzata dall' enfasi mediatica con cui sono stati
presentati all 'opinione pubblica, hanno di fatto prodotto in tutta
Europa una psicosi del terrore per molti versi simile a quella che
colpì gli Stati Uniti nel 2001, dimostrando che a prescindere da
quale sia la vera natura dei mandanti della strage, lo scopo della
stessa é stato pienamente raggiunto.
Il
fenomeno del terrorismo è infatti in tutto e per tutto simile a
quello della raccolta del pizzo da parte dei clan mafiosi. Se gli
emissari di un clan si recassero a chiedere il pizzo ai negozianti di
un paese tranquillo, costoro li metterebbero immediatamente fuori
dalla porta, dichiarando che non hanno nessun bisogno di protezione.
Se invece il clan provvede preventivamente ad incendiare qualche
negozio, rapinarne qualche altro e malmenare una mezza dozzina di
esercenti, gli emissari troveranno terreno fertile per le loro
richieste, dal momento che la paura indurrà i commercianti a pagare
senza farsi troppe domande.
Nel caso del terrorismo il clan mafioso è costituito dai gruppi di potere che una volta gestivano i singoli stati ed ora in tempi di globalizzazione agiscono a livello transnazionale, mentre i commercianti sono tutti i cittadini, educati e controllati dai media e dalla TV. Il pizzo non è costituito necessariamente da moneta sonante, ma può consistere anche nella cessione di quote sempre più imponenti di diritti e di libertà.
Nel caso del terrorismo il clan mafioso è costituito dai gruppi di potere che una volta gestivano i singoli stati ed ora in tempi di globalizzazione agiscono a livello transnazionale, mentre i commercianti sono tutti i cittadini, educati e controllati dai media e dalla TV. Il pizzo non è costituito necessariamente da moneta sonante, ma può consistere anche nella cessione di quote sempre più imponenti di diritti e di libertà.
Al
di là della risposta emozionale immediata conseguente a qualsiasi
attentato, costituita dalla pena e dalla paura, così come
connaturato nell 'animo umano, occorre sempre riacquistare velocemente
lucidità e focalizzare l 'attenzione sul "cui prodest".
Nascosto dietro a sigle e fantomatiche organizzazioni di comodo c 'è
sempre qualcuno che ci vuole terrorizzati e vulnerabili, disposti ad
accettare la sua "protezione" in cambio della nostra
libertà. Facciamoci trovare sereni e liberi ed il terrorismo sparirà
come d 'incanto perché avrá perso la sua ragione di esistere, in
fondo è tutta una questione di suggestione. Le probabilità di
morire coinvolti in un attentato sono infinitamente minori rispetto a
quelle di morire in un incidente stradale, domestico o sul lavoro,
tutte attività che non ci terrorizzano ed affrontiamo
quotidianamente con il sorriso sulle labbra.
FONTE: www.ilcorrosivo.blogspot.com
LINK:
http://ilcorrosivo.blogspot.it/2016/05/per-combattere-il-terrorismo-basterebbe.html
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