Bere
un buon bicchiere di vino è un
piacevole rito che
esalta il gusto delle pietanze e infonde un pizzico di sana allegria.
I
medici sostengono che un consumo moderato e giornaliero protegge il
nostro organismo da importanti malattie cardiovascolari e
oncologiche, ma che cosa
succede se, per produrre un eccellente vino, vengono utilizzati i
pesticidi in quantità tale da costringere gli abitanti dei luoghi
limitrofi a lasciare la loro casa, perché l’aria è diventata
irrespirabile? Siamo
proprio certi di voler continuare a chiudere gli occhi e a permettere
che si continui a produrre vino DOC a queste condizioni?
A
Collabrigo, in Veneto, è diventata famosa la vicenda della famiglia
Padoan,
la quale dopo una lunga battaglia legale, culminata in una raccolta
di firme è stata costretta ad abbandonare la loro casa nella ridente
campagna di Collabrigo, per trasferirsi al centro di Conegliano. Il
motivo di questa decisione estrema? L’impossibilità
di continuare a respirare le velenose esalazioni della nube tossica
creatasi in seguito ai continui trattamenti con i pesticidi ai
vigneti.
Il contatto quotidiano con quella che da Fabio Padovan è stata
definita “pompa selvaggia” ha reso la situazione intollerabile...
Le
belle case sulle colline dove si trovano i vigneti sono diventate il
simbolo di una sconfitta inaccettabile,
della negligenza delle istituzioni di fronte a quello che ha tutte le
caratteristiche di un disastro ambientale occultato e dissimulato a
tutto vantaggio del business del vino che
coinvolge interessi notevoli. La famiglia Padovan ha contribuito a
squarciare il velo su una realtà che ci riguarda da vicino, ma che
molti hanno interesse a non divulgare.
Quanti
sanno per esempio che a Treviso, nelle terre in cui crescono
rigogliosi i vigneti del mitico Prosecco,
fioccano le multe per l’uso dei disseccanti?L’abuso
intollerabile di diserbanti ha richiamato l’attenzione del Corpo
Forestale che ha comminato diverse multe ai viticoltori che non hanno
rispettato le regole vigenti.
Il veto posto dalla Forestale ha segnato una svolta decisiva, perché,
sicuramente, d’ora in poi, non sarà più possibile pensare
esclusivamente ai vantaggi economici derivanti da una produzione
vinicola di eccellente qualità, ma potenzialmente
dannosa per la salute.
Dopo anni di lotte estenuanti, qualche risultato è stato raggiunto,
grazie anche alla collaborazione di diversi sindaci che difendono il
loro territorio e si battono per favorire la
produzione di vino genuino.
Le
terre del Prosecco sono molto ambite e, in seguito alla decisione
della regione Veneto diestendere
la produzione anche alla provincia di Belluno,
molti si sono letteralmente precipitati per riuscire a mettere le
mani sulle terre, suscitando non poche perplessità. Si teme,
infatti, che il ricorso ai pesticidi possa causare un
danno ambientale senza precedenti.
Le leggi semplificano le procedure per avviare la coltivazione dei
vigneti e presto l’intera zona potrebbe essere velata dalla stessa
nube di pesticidi che ha reso irrespirabile l’aria, costringendo ad
esempio la famiglia sopra citata a staccarsi dalle proprie radici per
trasferirsi altrove.
Un’agricoltura
intensiva delle vigne da Prosecco suscita molta preoccupazione,
perché si temono danni per la zootecnia e per l’agricoltura
biologica.
Le terre del Prosecco, proprio come mitiche miniere d’oro, evocano
sogni di ingenti guadagni e di prosperità, ma a che prezzo? Non si
può non pensare con un pizzico di nostalgia al vino di tanti anni fa
che aveva il sapore delle fertili terre del Veneto e che,
soprattutto, veniva prodotto in modo naturale,
senza “trucchi” pericolosi.
Il
vino, così come la canapa, è un argomento che ci sta molto a cuore
e da sempre su Dolce Vita è presente la rubrica De
Vino Veritas.
Speriamo di poter pubblicare in futuro recensioni e approfondimenti
dei vini che a noi più ci piacciono, ovvero quelli naturali
e senza pesticidi.
FONTE: www.dolcevitaonline.it
Nessun commento:
Posta un commento